Cambio di prospettiva
Lo scorso settembre Mattia Bernardoni ha deciso di dare un nuovo orientamento alla sua carriera entrando come cancelliere alla Corte III del Tribunale amministrativo federale. Ticinese d’origine, ginevrino d’adozione e grande appassionato di montagna, dal 2008 al 2016 ha lavorato dapprima come gestore clienti poi come capo servizio presso l’Ufficio centrale di compensazione (UCC) di Ginevra, occupandosi in particolare del trattamento delle domande di rendita invalidità di persone residenti all’estero. Dopo aver ottenuto il brevetto di avvocato nel 2021, ha lavorato in uno studio legale specializzato in ricorsi in materia di assicurazioni sociali.
Un’esperienza arricchente
Lungo il suo percorso professionale, Mattia Bernardoni ha acquisito una visione ampia e completa delle problematiche e delle procedure riguardanti le rendite invalidità. Quando era gestore clienti all’UCC di Ginevra, il suo compito principale era di decidere in merito alle domande di rendita invalidità presentate da persone residenti all’estero. In alcuni casi le sue decisioni sono state annullate dal TAF: «Ovviamente non è piacevole. A volte non ero d’accordo ma le decisioni del Tribunale erano sempre molto chiare e ben motivate». Quando poi ha iniziato a esercitare come avvocato, il suo compito era difendere gli interessi di privati contro le decisioni dell’UCC e del TAF.
«Un avvocato può ignorare determinati elementi della legge nell’interesse del proprio assistito. Qui, invece, devo essere neutrale ed esaustivo e non posso ignorare nessun aspetto della legge.»
Mattia Bernardoni
Passare dall’altra parte
Le ragioni che lo hanno spinto a candidarsi al TAF sono molteplici: «Da un lato, volevo diversificare la mia esperienza. Dall'altro, proprio grazie al mio percorso professionale, conoscevo molto bene il TAF e la sua reputazione, che considero prestigiosa. E poi, volevo davvero passare dall’altra parte ed essere ‘la bocca della legge’, come diceva Montesquieu». Entrando al TAF Mattia Bernardoni ha dovuto cambiare il proprio modo di lavorare. La funzione di cancelliere gli impone di applicare la legge in modo rigoroso e imparziale. Una notevole differenza rispetto alla professione che esercitava prima di arrivare al TAF: «Un avvocato può ignorare determinati elementi della legge nell’interesse del proprio assistito. Qui, invece, devo essere neutrale ed esaustivo e non posso ignorare nessun aspetto della legge». Peraltro, quando lavorava come gestore clienti all’UCC, era tenuto anche a proteggere gli interessi dell’organizzazione. La lunga esperienza maturata nel settore delle assicurazioni sociali offre determinati vantaggi per la posizione che occupa attualmente: Mattia Bernardoni conosce perfettamente le procedure e il gergo dell’istanza inferiore e questo gli consente di risparmiare tempo nell’analisi dell’incarto.
Conflitto di interessi?
Guardando il percorso professionale di Mattia Bernardoni ci si può interrogare sulla sua effettiva imparzialità e su un eventuale conflitto di interessi, anche perché l’attuale cancelliere è tuttora in buoni contatti con i suoi ex colleghi. L’interessato risponde che potrebbe esserci un conflitto di interessi se il suo nome fosse citato in un incarto, cosa improbabile perché è passato molto tempo da quando lavorava all’UCC. In un simile caso non tratterebbe il ricorso. E spiega: «A volte ritrovo i nomi dei miei ex colleghi negli incarti, ma so essere imparziale e riconoscere quando hanno commesso un errore. E poi, quando li incontro, non parliamo mai di lavoro». Aggiunge che gli ex colleghi con cui ha stretto una vera amicizia non hanno alcun potere decisionale nell’UCC. Quindi la questione del conflitto di interessi non si pone. Mattia Bernardoni apprezza particolarmente l’aspetto dell’imparzialità nella sua attuale funzione e si impegna a rispettarlo nel suo lavoro quotidiano.
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