Zollikofen – San Gallo sola andata

Regula Otter dirige la cancelleria della Corte V da dodici anni. Prima aveva messo su i reparti abbonamenti di una rivista, di un servizio di vendita per corrispondenza di fiori e aveva lavorato per BLS. Argoviese d‘origine, apprezza vivere nella Svizzera orientale, ma torna regolarmente nella regione bernese per andare dal parrucchiere.

23.11.2022 - Katharina Zürcher

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Ritratto di Regula Otter
Regula Otter si sente a casa nella Svizzera orientale, ma rimane comunque legata alla sua terra d'origine. Imagine: Lukas Würmli

Quando, a fine maggio 2012, Regula Otter ha fatto l’ultimo giro negli uffici vuoti del TAF a Zollikofen, vicino Berna, era convinta che sarebbe stata lei a spegnere definitivamente le luci ai due piani della Corte V. I traslocatori avevano già portato via tutte le casse con i fascicoli, i computer e il materiale d’ufficio per trasportarli durante il weekend a San Gallo, nel nuovo edificio del tribunale. «C’era un’atmosfera particolare, un po’ triste», ricorda la responsabile della cancelleria della Corte V. «Credevo di essere la sola ad aggirarsi tra le mura vuote dei locali quand’ecco che, nell’ultimo ufficio accanto all’entrata, mi sono imbattuta in un cancelliere solitario, intento a sgomberare le sue pile di dossier.»

All’epoca lavorava già da due anni come responsabile di cancelleria al TAF e, siccome il suo lavoro le piaceva molto, le era subito sembrato evidente che si sarebbe trasferita a San Gallo. Eppure, in origine, si era candidata al posto solo dietro insistenza dell’agenzia di lavoro temporaneo, perché un precedente impiego presso un avvocato non le era particolarmente piaciuto. Il suo settore di predilezione era l’editoria: presso la Limmatdruck AG di Spreitenbach aveva allestito il reparto abbonamenti della rivista «Cucina di stagione» e amava «la sensazione tattile, l’odore della carta nelle rotative». Aveva fatto anche opera di pioniera mettendo su il reparto abbonamenti di Florissimail, il servizio di vendita per corrispondenza di fiori della Migros. Di lì, l’argoviese di nascita si era in seguito trasferita a Berna per un posto alle edizioni Stämpfli, che aveva poi lasciato un anno dopo per andare a lavorare in BLS, dicendo così per sempre addio al sogno di lavorare in una casa editrice di libri: «Come assistente del responsabile del traffico passeggeri, mi piaceva la varietà di compiti e i contatti con macchinisti, addetti ai binari e personale viaggiante».

«Il trasferimento da Berna, piu vicina alla Romandia, a San Gallo non mi ha posto alcun problema, perché linguisticamente portavamo con noi l’intera Svizzera»

Regula Otter

Dal parrucchiere a Jegenstorf

È soprattutto perché affascinata dall’ambiente multilingue del Tribunale amministrativo federale che si è riorientata verso il mondo della giustizia. L’amore per le lingue l’aveva già spinta, dopo la scuola di commercio, a fare la maturità e a studiare per qualche semestre lingue romanze all’università. «Il trasferimento da Berna, piu vicina alla Romandia, a San Gallo non mi ha posto alcun problema, perché linguisticamente portavamo con noi l’intera Svizzera», spiega la 59enne. L’appartamento a Jegenstorf l’ha però lasciato solo nel novembre 2012 quando si è trasferita in un suggestivo appartamento in un’imponente casa a graticcio risalente al 1735. Mantiene comunque sempre i contatti con Jegenstorf perlomeno sotto un aspetto: ci torna per andare dal coiffeur. E spesso combina l’uscita con una visita ad amici o un «Lädele» ai negozzi sotto i portici della città vecchia di Berna.

A parte il parrucchiere non le manca niente nella Svizzera orientale. Al contrario: apprezza la vicinanza con la Germania e l‘Austria e la latitudine geografica e intellettuale che questo dà. Anche dal punto di vista del paesaggio la Svizzera orientale, con le sue colline e il lago, le piace di più dell’Altipiano bernese. Durante il tempo libero fa spesso passeggiate o escursioni, legge o va al cinema, di preferenza al Kinok nella Lokremise. Della sede del TAF a San Gallo apprezza il fatto che tutte le corti siano riunite sotto un unico tetto, anche se avrebbe sperato di meglio: «L’architettura non favorisce purtroppo l’incontro tra impiegati delle varie corti.» Il lavoro variato che fa nel settore dell’asilo continua comunque a piacerle molto. Ride: «Il mio superiore dell’epoca, il giudice Walter Stöckli mi aveva detto durante il colloquio di assunzione che in genere i cancellieri non restavano lì per più di cinque anni.» Nel suo caso ne sono passati già dodici. E alla fine dell’intervista scommette che altri ne seguiranno ancora.

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