Allargare l’orizzonte

Daniele Cattaneo è l’unico giudice del TAF assegnato a due corti diverse, la Corte IV e la Corte VI. Il giudice ticinese apprezza la varietà di materie giuridiche e la ricchezza dei rapporti personali.

21.02.2022 - Katharina Zürcher

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Ritratto di Daniele Cattaneo
Daniele Cattaneo è l’unico giudice del TAF assegnato a due corti diverse. Foto: TAF

Daniele Cattaneo, come giudice amministrativo federale italofono lei appartiene a una minoranza. È una condizione svantaggiosa?

Il concetto di minoranza non deve avere una connotazione negativa. Non è in ogni caso inteso così dal mio punto di vista. Appartenere ad una minoranza linguistica costituisce certo a volte una sfida, ma se penso in particolare allo sviluppo della giurisprudenza lo vedo come una ricchezza per l’attività giurisdizionale. Nel nostro Tribunale c’è grande rispetto per le minoranze linguistiche e non mi sono personalmente mai sentito sfavorito dall’esserne parte. Diventa più difficile però quando si tratta di cercare personale. Lì si sente che quando si appartiene ad una minoranza, il bacino per ricercare del personale è più limitato.

Lei è l’unico giudice del TAF a lavorare per più di una corte. Come mai e da quando opera in questo modo?

Ho iniziato alcuni anni orsono a collaborare temporaneamente su dei casi in materia di stranieri dell’allora Corte III Camera 2, oggi Corte VI. La materia ha suscitato in me particolare interesse, cosicché, al momento del pensionamento della collega Elena Avenati, ho ripreso tutti i casi in italiano, suddividendo quindi la mia attività sulle due Corti IV e VI.

«Anche se si è eletti per una specifica corte ciò non esclude che uno possa ampliare il suo orizzonte e conoscere altre materie.»

Daniele Cattaneo

Quali esperienze vive suddividendo la sua attività giudiziaria in corti diverse?

Siccome le materie delle Corti IV e VI hanno stretti punti di contatto, è molto interessante considerare e giudicare questioni legate alla migrazione da diversi punti di vista: da una parte dal punto di vista di chi cerca protezione in Svizzera e dall’altra parte dal punto di vista di chi, per un motivo o per l’altro, vuole stabilirsi nel nostro paese, ne vuole diventare cittadino o deve lasciare il nostro paese non essendo più date le condizioni per potervi risiedere.

Il fatto di lavorare per corti diverse presenta anche lati negativi?

Dopo ormai otto anni posso solo considerare l’attività esercitata su due Corti, sia come giudice istruttore che come altro membro del collegio giudicante, come particolarmente positiva ed arricchente. Da una parte per la possibilità di decidere su un ampio spettro di domande legate alla migrazione, e dell’altra, sul lato personale, attraverso il contatto e la collaborazione con i colleghi e colleghe delle due corti. L’attività su due corti implica naturalmente anche lavorare in più materie, partecipare alle sedute di entrambe le corti e gestire i rispettivi cancellieri.

Questa modalità operativa incide sulla qualità delle sentenze?

La qualità delle sentenze non dipende in alcun modo dal fatto che si lavori su una o più corti. La qualità dipende molto di più da come si è dentro una materia, di come si conosce lo sviluppo del diritto in un determinato ambito e di quanto approfonditamente si conosce la rispettiva giurisprudenza. Questo è garanzia di qualità. In più si aggiungono fattori come la chiarezza redazionale di una sentenza, la concisione e la cura della lingua nella quale si redige. Non da ultimo conta anche la buona collaborazione, la comunicazione e la preparazione dei cancellieri con i quali si lavora.

Le piacerebbe che ci fossero altri giudici operanti in più corti, o addirittura un pool di giudici?

Se un giudice o una giudice avesse interesse a una collaborazione su più corti posso solo salutare la cosa come positiva. Anche se si è eletti per una specifica corte ciò non esclude che uno possa ampliare il suo orizzonte e conoscere altre materie. Un pool di giudici o una simile forma di collaborazione su più corti ha il grande vantaggio per il Tribunale di poter reagire a delle fluttuazioni di entrate di ricorsi. Se ben pianificata e con lo scopo dell’efficienza del Tribunale, vedo la costituzione di un pool di giudici oltremodo positiva.

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