La “Bratwurst” come argomento di trasloco

Nel 2022 il Tribunale amministrativo federale festeggia i suoi primi dieci anni a San Gallo. L’allora sindaco Thomas Scheitlin ricorda con piacere il periodo del trasloco nella Svizzera orientale e racconta come la popolazione lo ha accolto.

07.12.2022 - Lukas Würmli

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Ritratto di Thomas Scheitlin
L'ex sindaco di San Gallo, Thomas Scheitlin. Foto: Lukas Würmli

Il tempo pessimo gli ricorda il primo colpo di piccone. Era il 2008. I ricordi sono quelli di Thomas Scheitlin, sindaco di San Gallo dal 2007 al 2020. Ce li racconta nella caffetteria del tribunale davanti a un fumante espresso: «Sono sempre venuto qui volentieri». Queste semplici parole lasciano trasparire molto di più: è incontestato che l’arrivo del Tribunale amministrativo federale abbia portato importanti benefici alla città. «I vantaggi sono tuttavia reciproci», aggiunge Scheitlin, sottolineando la buona qualità di vita nella regione e i preziosi scambi con l’università di San Gallo che tornano utili anche al tribunale.

Nel 2002, quando la scelta è caduta sulla città di San Gallo, Scheitlin, oggi 68enne, era presidente del Patriziato e quindi era coinvolto nella questione solo indirettamente. Il suo compito era soprattutto quello di presentare alla città possibili spazi abitativi per il personale del tribunale che sarebbe arrivato nella Svizzera orientale. Comunque sia, anche lui era ben felice che fosse stata scelta la città di San Gallo invece che Basilea o Friburgo quale sede di un tribunale federale. «Il magnetismo di un’istituzione come questa è enorme al di là dei confini cantonali. Per noi sangallesi rappresentava una grande opportunità. Nutrivamo grandi aspettative», afferma.

Non tutto è andato secondo i piani

Non tutte queste aspettative sono state soddisfatte. Quando nel 2007 Scheitlin, eletto sindaco, ha preso in mano il dossier «TAF», si era prefissato di convincere il maggior numero possibile di collaboratrici e collaboratori a trasferire il domicilio nella città di San Gallo o nel suo agglomerato. Più e più volte Scheitlin ha visitato con una delegazione del servizio di promozione della città e del Cantone la sede provvisoria di Zollikofen per far conoscere l’attrattiva della Svizzera orientale quale regione in cui vivere. «Abbiamo messo sul tavolo tutti i nostri assi: la posizione a cavallo tra Alpi e lago, la vivacità del contesto culturale e, non da ultimo, la nostra famos bratwurst». Con questi argomenti il sindaco ha pubblicizzato gli spazi abitativi sangallesi, anche quelli costruiti direttamente accanto al tribunale.

«Molte persone hanno deciso di realizzare i loro progetti di vita nella nostra città ma era evidente fin dall’inizio che non tutti avrebbero fatto questa scelta.»

Thomas Scheitlin

Il piano non è però andato in porto secondo le aspettative. In particolare, gli alloggi direttamente accanto al tribunale sono stati occupati solo in parte dalle collaboratrici e dai collaboratori del TAF. Ma poco importa: il santo è comunque valso la candela. «Molte persone hanno deciso di realizzare i loro progetti di vita nella nostra città ma era evidente fin dall’inizio che non tutti avrebbero fatto questa scelta», afferma Scheitlin dimostrando grande comprensione.

Aperto e competente

Guardando alla collaborazione con il tribunale, i commenti non possono essere che positivi. Sin dal suo insediamento, il tribunale è stato percepito con un datore di lavoro importante per la Svizzera orientale. Un’importanza consolidatasi negli anni. «Per me è diventato anche un po’ un tribunale della Svizzera orientale, oltre che della Confederazione», commenta Scheitlin. Con la sua presenza discreta e pacata, il Tribunale amministrativo federale gode di grande considerazione in città, una stima che si è guadagnato grazie alla grande competenza del personale e allo spirito di apertura dimostrato nei confronti delle richieste della Città e attraverso gli eventi organizzati tra le sue mura. Alla domanda se presenterebbe di nuovo una candidatura per ottenere la sede di un tribunale federale, Scheitlin non esita un secondo: «Al 100%. E sono certo che la spunteremmo di nuovo».

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