«Noi, pionieri del digitale... »

Con l’eTAF il Tribunale amministrativo federale si prepara a passare alla giustizia digitale. David Schneeberger, responsabile di questa transizione, traccia i parallelismi tra il programma di digitalizzazione del TAF e il progetto nazionale Justitia 4.0.

31.08.2022 - Lukas Würmli

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David Schneeberger lavora al portatile
David Schneeberger, responsabile eTAF. Foto: Lukas Würmli

David Schneeberger, il TAF intende abbandonare l’uso della carta entro il 2025. Siamo in linea con la tabella di marcia?

Sì! I nostri progetti sono sulla buona strada e sono indirizzati nella giusta rotta. Grazie al manuale di gestione dei processi da poco ultimato possediamo ora anche un buono strumento per supportare a lungo termine lo sviluppo di quelli già avviati. L'imminente sostituzione delle applicazioni chiave usate in ambito giurisdizionale ci aprirà anche altre interessanti opportunità, che a loro volta porranno le basi sulle quali fondare ulteriori progetti. Stiamo comunque già procedendo in parallelo all’implementazione di alcuni sottoprocessi digitali, come ad esempio la circolazione elettronica degli atti. Molte di queste operazioni sono interconnesse fra loro a diversi livelli, il che mi permette di dire che l'approccio scelto è assolutamente indovinato. Procediamo bene e senza grossi ritardi pure sotto il profilo della tempistica, per cui sono ottimista anche quanto al fatto che riusciremo a conseguire l’obiettivo entro il 2025.

Parallelamente all’eTAF è in corso a livello nazionale il progetto Justitia 4.0, che contempla tra l’altro l’allestimento di una piattaforma per lo scambio elettronico degli atti procedurali. L’abbandono della carta in ambito giurisdizionale è un presupposto indispensabile per stare al passo con Justitia 4.0?

L’implementazione di Justitia 4.0 coincide con l’entrata in vigore di una nuova legge, la LPCEG, in base alla quale le autorità e gli avvocati saranno tenuti a trasmettere i propri atti in formato digitale e i tribunali a digitalizzare le memorie fisiche inviate da privati. Riceveremo di conseguenza una grande quantità di dati digitali da trattare e avremo al contempo bisogno di processi e applicazioni per poter elaborare in modo digitale anche i documenti cartacei. Ci stiamo fortemente adoperando per poter usufruire di questa piattaforma non appena diventerà operativa, ma grazie al nostro ruolo di pionieri in fatto di digitalizzazione possiamo già oggi partecipare a Justitia 4.0 attraverso i nostri processi, che saranno poi implementati nella piattaforma. Altri tribunali sono più passivi di noi da questo punto di vista, ma questo sforzo ci permetterà di avere meno stress in seguito.

«Grazie al nostro ruolo di pionieri in fatto di digitalizzazione possiamo già oggi partecipare a Justitia 4.0 attraverso i nostri processi, che saranno poi implementati nella piattaforma.»

David Schneeberger

In che settore il TAF va oltre quanto auspicato o richiesto da Justitia 4.0?

Justitia 4.0 mira alla cosiddetta digitization, ossia alla trasformazione di documenti fisici in documenti digitali: un’operazione che è a sua volta fondamentale ai fini della dematerializzazione e dell’ottimizzazione dei processi chiave mediante ricorso ad ausili tecnici. E qui, sì, ci spingiamo più in là di quanto saremmo tenuti a fare. Di fatto, Justitia 4.0 consiste nel mettere a disposizione una casella postale digitale, che lavora però in modo piuttosto simbiotico. Prendiamo ad esempio la sostituzione delle nostre applicazioni chiave in ambito giurisdizionale: era un passo necessario da tempo, ma Justitia 4.0 ci offre ora una buona occasione per portarne avanti l’attuazione in un quadro più ampio, fruttando le opportunità legate a un progetto di portata nazionale. Da noi sono comunque in corso anche altri progetti volti ad accompagnare questa ottimizzazione dei metodi di lavoro, quali la digitalizzazione del fondo bibliotecario o il nuovo ordine di archiviazione dei documenti amministrativi.

Com’è coinvolto il TAF nel progetto Justitia 4.0?

Un gruppo di rappresentanti scelti del nostro tribunale ha partecipato, tanto per cominciare, a diversi workshop sui requisiti richiesti dalla piattaforma. I nostri specialisti hanno così potuto vagliare le singole soluzioni proposte e sollevare i punti che ritenevano fossero importanti da riprendere nella gara d'appalto. Siamo anche riusciti a incorporare le specificità del nostro tribunale nell’impostazione del quadro giuridico. Il fulcro delle nostre attività è comunque preparare il TAF a un cambiamento di contesto e a nuove prospettive. Gli scambi avuti con altri tribunali mostrano chiaramente che svolgiamo un ruolo pionieristico a questo livello e non sorprende quindi che veniamo puntualmente consultati su certi aspetti. Anzi, sono sicuro che queste interazioni siano benefiche per l’intero paesaggio giudiziario svizzero.

Quale sarà a suo avviso il maggiore cambiamento che toccherà prossimamente il mondo del lavoro giudiziario e più in particolare il TAF?

Il passaggio al 100% digitale, di cui intravvediamo del resto già tutti i vantaggi: la possibilità di compiere ricerche all’interno di un testo, di copiare e citare determinati passaggi, di lavorare in modo ergonomico e soprattutto simultaneo sullo stesso documento, rafforzando così la cooperazione e consentendo per finire di rispondere meglio e più rapidamente ai soggetti della giustizia. È questo, in fondo, il fine cui dovrebbero aspirare tutti i tribunali!

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