Rafforzare la fiducia nel terzo potere
«I rapporti tra giustizia e opinione pubblica dovrebbero essere più disinvolti»: è questo l’auspicio che la corrispondente dal Tribunale federale della NZZ Kathrin Alder ha rivolto ai rappresentanti della giustizia al termine della tavola rotonda dedicata al tema della cronaca giudiziaria, tenuta il 23 ottobre 2019 alla Würth-Haus di Rorschach. «La pubblicità della giustizia non giova solo alla stampa, ma anche alla giurisprudenza, ed è nell’interesse stesso dei giudici.» La trasparenza aiuta a comprendere meglio le decisioni giudiziarie.
«In tempi in cui la giustizia è esposta a pressioni politiche, l’informazione può rafforzare la fiducia nel terzo potere.»
Kathrin Alder
Secondo la cronista giudiziaria, il quotidiano zurighese è l’unico ad avere una colonna dedicata alle magistrature superiori. A parte lei, solo i corrispondenti dell’agenzia di stampa ATS e un collega della SRF sono accreditati a pieno titolo presso i tribunali della Confederazione. Per i media, tuttavia, il compito di seguire con occhio critico il lavoro delle istituzioni si concentra principalmente sull’esecutivo e sul legislativo. «Al potere giudiziario è spesso riservato uno spazio insufficiente.» Ecco perché Kathrin Alder sente come suo «il mandato di controllare, in rappresentanza di ogni singolo cittadino di questo Paese, il buon funzionamento della massima istanza giudiziaria svizzera.»
Un rapporto poco disinvolto con l’opinione pubblica
Kathrin Alder considera questo controllo uno dei tre compiti principali cui è chiamata la cronaca giudiziaria. Gli altri due sono quelli di informare e intrattenere il lettore, sensibilizzandolo al tempo stesso sulla funzione di questo genere di comunicazione. Per informare in modo piacevole, la corrispondente della NZZ si sforza di scrivere in modo che i suoi testi raggiungano non solo i giuristi, ma anche un pubblico più vasto: «Benché sia spesso tecnico o ripetitivo, il diritto amministrativo tocca temi di interesse quotidiano per ognuno di noi, quali le tasse, la salute, la protezione dei dati, le assicurazioni sociali o i diritti dei cittadini, ed è quindi particolarmente rilevante anche dal punto di vista giornalistico.»
L’altro aspetto criticato da Kathrin Alder è la tendenza a dare sempre più peso al fattore efficienza, a scapito della pubblicità della giustizia, un principio già minato in certa misura da pratiche quali lo svolgimento dei procedimenti per circolazione degli atti o la procedura di decreto d’accusa a livello cantonale, ma anche penalizzato della reticenza mostrata dalle autorità e dai giudici nei rapporti con l’opinione pubblica. Il giro di domande e risposte tenuto al termine della sua relazione con alcuni dei circa quaranta cancellieri presenti alla tavola rotonda le ha dunque fatto particolarmente piacere: «Quando capiamo meglio ciò che fa il nostro interlocutore, abbandoniamo le nostre paure e favoriamo la comprensione reciproca. Di qui l’importanza di una giornata come questa!»
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