Una giudice con i piedi ben piantati per terra

Giudice da vent’anni, l’attuale vicepresidente del Tribunale amministrativo federale Kathrin Dietrich si dedica da sempre anima e corpo all’esercizio della sua funzione. Un cammino già segnato? Nient’affatto: da ragazza stava lì lì per diventare contadina.

27.10.2022 - Katharina Zürcher

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Ritratto di Kathrin Dietrich
Vicepresidente del Tribunale amministrativo federale Kathrin Dietrich. Foto : Daniel Winkler

Kathrin Dietrich è giudice da vent’anni ed esercita ancora la sua funzione con la stessa passione di quando ha cominciato. E pensare che avrebbe potuto benissimo diventare contadina: «Sono cresciuta a Düdingen, con tanti animali attorno», racconta, «ed entrambi i miei genitori venivano da famiglie contadine». Da ragazza andava spesso e volentieri ad aiutare uno zio in fattoria e la cosa le piaceva tanto che avrebbe voluto farne il suo mestiere. Ma suo zio le aveva consigliato: fai prima la maturità, iscriviti a qualcosa e poi sei sempre in tempo a diventare contadina. E lei ha seguito il consiglio: tentata inizialmente dagli studi in veterinaria o in agronomia, ha optato infine per il diritto, che ha studiato alle università di Friburgo e di Berna. «Ho sempre avuto un forte senso del giusto», spiega l’attuale Vicepresidente del Tribunale amministrativo federale, «anche se ius e giustizia non collimano sempre perfettamente.»

«Ho sempre avuto un forte senso del giusto.»

Kathrin Dietrich

Da Friburgo a San Gallo, passando per Berna

Quella del diritto è una scelta che non ha mai rimpianto. Dopo aver ottenuto il brevetto d'avvocata lavora prima per qualche anno nel privato, da Swisscom fra gli altri. Nel 2000 diventa cancelliera all’allora da poco fondata Commissione di ricorso in materia d’infrastrutture e ambiente: due temi che l’aveva già molto interessata durante gli studi. Nel 2002 è eletta giudice presso la stessa commissione. Nel 2003, per perfezionare le sue competenze in ambito procedurale, conclude una formazione in mediazione economica all’Università di San Gallo. Due anni più tardi è eletta al Tribunale amministrativo federale. E così, lei che fino a quel momento aveva vissuto per quasi vent’anni a Berna, non esita a seguire il TAF nella Svizzera orientale e a prendere casa a San Gallo. «Dopo un anno i miei contatti bernesi mi mancavano però così tanto che ho ripreso un piccolo appartamento nella capitale», ci dice. Oggi la friburghese, che nel tempo libero ama fare sport, leggere e stare all’aria aperta, vive sulle rive del lago di Costanza nel Canton Turgovia, ma torna regolarmente anche a Berna.

La «gestione del personale» come cavallo di battaglia

Arrivata al TAF, Kathrin Dietrich ha lavorato dapprima alla Corte I. Poi, dato che oltre alle questioni giuridiche si era sempre molto interessata all’organizzazione e alla gestione del personale, non ha tardato a svolgere degli ulteriori compiti per il tribunale. Ricorda con particolare piacere soprattutto i tempi in cui presiedeva la Corte I e la relativa Camera 1. Poiché i cancellieri di questa camera sono organizzati in pool, in quanto presidente era anche responsabile della loro gestione: un compito che in seguito le è mancato e che è stato anche una delle ragioni per cui ha cambiato corte. «Nella Corte II», spiega, «ho di nuovo un mio team, cosa che apprezzo molto.» All’origine del cambiamento vi è però anche la voglia di esplorare nuovi ambiti del diritto: la stessa sete di novità che nel 2018 l’aveva spinta a fare un CAS in diritto della costruzione e dell’immobiliare all’Università di Friburgo per approfondire le sue conoscenze del settore.

Oggi 55enne, Kathrin Dietrich è giudice alla Corte II da quasi due anni e ci si trova molto bene, anche se a volte i casi legati al settore delle infrastrutture le mancano un po’. Nei dossier legati al diritto dell’ambiente e della costruzione, come pure nella gestione di procedure di ricorso complesse, beneficia ancora del bagaglio di sapere acquisito alla Corte I. Senza contare che nella nuova corte ha anche l’occasione di toccare aspetti che la riconciliano con un sogno d’infanzia mai completamente sopito: «Mi occupo davvero molto volentieri di casi legati al diritto agricolo!»

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